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Le Statuette Grimani

Fra le antichità della raccolta di Giovanni Grimani si segnala un gruppo di sculture originali greche in marmo, di dimensioni inferiori al naturale, d'altissimo livello qualitativo, che nell'insieme esemplificano una serie di variazioni sul tema della figura femminile stante panneggiata, e vengono datate tra la metà del V e il IV secolo a.C., momento di affermazione e diffusione del linguaggio artistico codificato poi come rappresentativo dell'età d'oro del periodo classico.
Le Statuette, o, con termine greco, peplophoroi Grimani - dal peplos, capo di abbigliamento femminile dell'antica Grecia - furono trasferite da Palazzo Grimani allo Statuario Pubblico della Serenissima, dove rimasero per due secoli, e sono oggi esposte al Museo Archeologico Nazionale di Venezia.
La provenienza non è certa, ma alcuni indizi orientano sull'isola di Creta la ricerca di un possibile luogo di ritrovamento. Si tratta comunque di sculture votive, pertinenti a un contesto religioso, probabilmente un santuario dedicato alle divinità femminili Demetra e Persefone o Kore, le cui immagini si riconoscono in alcuni esemplari.


Scultura greca di età classica, cd. Abbondanza Grimani. Venezia, Museo Archeologico Nazionale

Scultura greca di età classica, cd. Abbondanza Grimani. Venezia, Museo Archeologico Nazionale
(foto Museo, per gentile concessione del MiBAC, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano)

L'opera più antica si identifica nella splendida Kore Grimani, detta anche Abbondanza, perché nel corso del Cinquecento, allorché vennero integrati gli avambracci mancanti, si aggiunse una cornucopia (o corno d'abbondanza), non pertinente, sorretta dalla mano sinistra; i restauri sono stati in seguito rimossi. Il volto dall'ovale pieno e dai lineamenti regolari si conforma perfettamente ai canoni classici; semplice la pettinatura, con una scriminatura centrale che separa i capelli in due bande laterali ondulate, raccolte a crocchia sulla nuca. La figura è tutta risolta in un morbidissimo e armonioso panneggio, trattato con eccezionale sensibilità e notevole perizia tecnica: lo dimostra il sapiente effetto raggiunto sia nella resa del tessuto più sottile, a suggerire in trasparenza le forme anatomiche, sia nel modellato del manto che avviluppa in eleganti pieghe e risvolti la parte inferiore del corpo. Datata alla seconda metà del V secolo a.C., la scultura riecheggia forse, nello schema e insieme nello stile, un capolavoro della mano di Fidia, sommo maestro dell'arte classica, oppure di un suo discepolo illustre, quale fu Alcamene.
Alcune statuette del gruppo ripetono, più o meno fedelmente, il tipo delle Cariatidi dell'Eretteo sull'Acropoli di Atene, che vengono ipoteticamente assegnate appunto ad Alcamene; tra queste sculture una in particolare, risalente alla fine del V secolo a.C., si distingue per l'interpretazione davvero impeccabile del modello, sia pure in versione ridotta.
Notevole poi la Demetra, che cronologicamente si colloca in una fase successiva, entro il primo venticinquennio del IV secolo a.C. Mutila anch'essa della parte anteriore delle braccia, è caratterizzata da un copricapo di forma cilindrica, chiamato polos, coperto da un lembo del manto sollevato a mo' di velo, che ricade scioltamente sulle spalle e sul braccio sinistro; la dea indossa il peplo, drappeggiato in forme ordinate e sobrie, con esiti di rigore quasi geometrico.

Museo Archeologico Nazionale
San Marco, 52
30124 Venezia

Orari:
- dal 1 nov. al 31 mar.: 10.00 - 17.00
- dal 1 apr. al 31 ott.: 10.00 - 19.00

Biglietto:
- intero: 17.00
- ridotto: 12.00

http://www.polomuseale.venezia.beniculturali.it/index.php?it/6/museo-archeologico-nazionale